martedì, dicembre 19, 2006

A volte ritornano




È questa la frase che la maggior parte dei miei amici avrà pensato il week-end scorso.
Almeno credo.
Dopo anni ed anni (forse 4, forse di più), sono andato alla cena di classe dei compagni dell’ITIS, spinto dal desiderio di rivederli e sapere cosa ne è della loro vita.
Ebbene?
Ebbene ho capito come un po’ li invidio, un po’ no.
Invidio chi ha viaggiato l’Italia per lavoro, chi fa il programmatore a tutti gli effetti (anche se AS400…. Tze!), chi può fare un finanziamento perché ha un contratto a tempo indeterminato, chi ha la tranquillità e la stabilità che in fondo in fondo ho sempre desiderato.
Invidio chi ha avuto il coraggio di sposarsi, ed addirittura di accollarsi il destino di una nuova vita.
Ma sono felice di sentirmi un potenziale inesploso dentro me, di essere in grado di affrontare qualunque cosa che tanto non ho (quasi) niente da perdere, di non aver ancora scoperto tutto ed avere ancora un sacco di cose da fare.
Sposarmi? Lo farei al volo!
Cambiare lavoro? Perché no, se le prospettive sono migliori?
Avere un figlio? Ma vi rendete conto che vuol dire avere un mini Simone? No, il mondo non è ancora pronto! Ma prima o poi farò anche quello (faremo, direi, a meno che nel futuro si riesca a clonarsi con un pratico kit fai da te).

L’unica cosa di cui sono sicuro in questo momento è che voglio rivedere i miei amici, mi hanno nuovamente aperto la mente, e questo vorrà pur dire qualcosa

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