lunedì, gennaio 11, 2010

Insonnia



Ieri non riuscivo a dormire.
Magari il freddo, la mia malsana abitudine di vestirmi poco ed affidarmi al calore delle coperte non sempre è efficace come vorrei.
Forse l'apprensione. Con oggi ho avuto i primi contatti per il mio nuovo corso di informatica, che aggiunto all'ufficio da realizzare ed ai siti da finire, appesantisce il carico di lavoro sulle mie spalle.
Probabilmente Bob Dylan. Ho la piacevole abitudine, anche se abitudine è una parola grossa visto che sarà un mese che lo faccio, di addormentarmi con un sottofondo musicale, ma quando la playlist è particolarmente ben riuscita mi ritrovo a smettere di farmi cullare dalle note.
Per uno di questi motivi, o anche no, mi sono ritrovato, all'alba delle 2 di notte, ad essere ancora sveglio, e, purtroppo, quando sei nel letto, sveglio, lontano da qualunque fonte di distrazione, e con l'intenzione di non togliere le braccia da sotto le coperte per non portare via quel poco di caldo che eri riuscito a creare, incominci a pensare... ed allora pensi a tutto.
Impossibile riportare tutto quello che ho pensato. Tendenzialmente erano tutte cose angoscianti, i fallimenti, le tribolazioni del momento... e chi non lo fa? Ho già parlato in un post precedente del fatto che i pensieri che hai sono direttamente proporzionali al tuo stato d'animo, e ieri sera ero sotto la media.
Ho constatato però che la notte, con il suo buio avvolgente, mi permette di scoprire l'animo gentile che sta in me, misto a quello poetico, ed allora ho pensato ad una persona, un signore che non ho mai visto in vita mia, ad eccezione di qualche foto appesa. Un signore di altri tempi, che negli ultimi anni della sua vita soffriva di un male cattivo, uno di quelli che non ti lascia speranze, ma solo tempo per i rimpianti. E soffriva così tanto che non dormiva la notte, non dormiva quasi mai, ma non voleva disturbare la moglie ed allora stava giù, in cucina, o soggiorno, non mi ricordo i particolari, e costruiva casette con il legno, casette che poi regalava in giro, anche perchè ne aveva così tante che non sapeva cosa farsene.
é assurdo che io abbia pensato a lui, non l'ho mai visto, ma ieri sera era ben chiaro davanti a me, vicino alla stufa accesa, intento nel realizzare una delle sue opere.
Ed è oltremodo assurdo, oltre che offensivo, che abbia paragonato la sua insonnia alla mia. Però per un attimo ci ho pensato, e solo dopo questa figura la mia fase rem ha avuto la meglio.

3 commenti:

FuryBlack ha detto...

Rimango ogni volta colpita dalla tua capacità di raccontare cose che mi fanno commuovere...forse xkè il signore di cui hai parlato mi ha ricordato mio nonno negli ultimi anni della malattia e non sono riuscita a non piangere...

Nustlu ha detto...

sei la solita esagerata.

FuryBlack ha detto...

Io eh?...